Il Presidente Nazionale
Ai Componenti del Consiglio Nazionale
Ai componenti il Comitato Esecutivo
Carissime e carissimi,
Sessantacinque anni fa, il 27 gennaio 1945, venivano aperti i cancelli di
Auschwitz. Le immagini che apparvero agli occhi dei soldati sovietici che
liberarono il campo, sono impresse nella nostra memoria collettiva. Ad
Auschwitz, come negli innumerevoli altri campi di concentramento e di sterminio
creati dalla Germania nazista, erano stati commessi crimini di incredibile
efferatezza.
Per ricordare quella tragedia si è stabilito di istituire il 27 gennaio come
“Giornata della Memoria”.
Quel giorno ricorda la macchia più nera, la colpa più atroce di cui forse si è
macchiata l’umanità in tutta la sua storia.
Per questo la Giornata della Memoria non può essere vissuta come il 2 novembre
che è sopratutto una festa: quando si ricordano i nostri defunti, si prega per
loro, ci si riconosce tutti insieme nella “comunione dei santi”.
In questo caso la “memoria” non può essere solo ricordo del passato, ma
riflessione sul presente e costruzione del futuro.
Occorre in questo giorno ricordare le drammatiche parole che Peter Weiss , a
conclusione del suo Oratorio “L’istruttoria” pronuncia in conclusione:
“ricordate che queste cose sono avvenute, ma possono ancora avvenire”.
Se la memoria non è solo ricordo del passato, questa giornata non riguarda solo
il “popolo ebreo”, ma l’esperienza di questo popolo diventa “icona” di tutti i
possibili olocausti.
Quegli olocausti che si realizzano ogni giorno, o che rischiano di realizzarsi
di fronte a noi e che assumono forme diverse
a.. La paura e l’ostilità verso “il diverso” anche a casa nostra, nel nostro
paese: lo straniero, l’extracomunitario che provengono da culture diverse e
professano fedi diverse, gli zingari (oggi li chiamiamo, rom, sinti,..), gli
omosessuali, gli oppositori politici; erano queste le categorie di persone che
popolavano i Campi di Sterminio
b.. Le stragi, le violenze, i genocidi che ancora continuano a perpetuarsi in
tanta parte del mondo. Sono recenti le atrocità dei regimi militari in America
Latina, quelle etniche nei vicini paesi dell’ex Jugoslavia, la sanguinaria
dittatura in Birmania, il genocidio di pochi anni fa in Burundi e Rwanda e
quelli più recenti in Congo, e ..la lista può continuare
c.. Soprattutto c’è un dramma che segna il nostro tempo: circa un miliardo di
persone vivono con meno di un dollaro al giorno (noi cittadini dei paesi ricchi
con quasi cento dollari al giorno), sono le stesse persone che difficilmente
raggiungono i quarant’anni d’età, che soffrono di mancanza di cibo, non hanno
accesso all’acqua, soffrono e muoiono per malattie facilmente curabili,,,. Gli
occhi di quei bambini, che vediamo in tante foto, ricordano gli occhi del
bambino ebreo del ghetto di Varsavia. E’ possibile che i nostri nipoti
rimprovereranno la nostra generazione di aver creato questo immenso “Campo di
Sterminio senza camini”.
Mi vengono in mente così le parole di Dietrich Bonhoeffer, il pastore tedesco
morto in campo di concentramento”Non ci è lecito intonare il canto gregoriano
finché c’è un solo ebreo votato allo sterminio”
Oggi queste parole riguardano tutti “i diversi” di cui abbiamo paura e che
respingiamo, se non attivamente, con la nostra inerzia.
Il Giorno della Memoria è giorno dell’attenzione della consapevolezza, della
responsabilità e dell’impegno.
Il Presidente
Riccardo Della Rocca